Il Catechismo della Chiesa Cattolica
versione condensata
Il Cristianesimo è l'annuncio di una
buona notizia: Dio si è rivelato a noi con parole e gesti tramite Cristo che è
A Dio che si rivela è dovuta
l'obbedienza della fede che raggiunge il suo apice nell'incontro con Cristo,
che, affinché sia proficuo, deve anche migliorare e approfondire le nostre
conoscenze, per esempio, con l'analisi della sua dottrina mediante lo studio di
questi appunti tratti dal "Catechismo della Chiesa Cattolica".
1)
DIO SI RIVELA
L'uomo in questa vita, oltre a seguire
le proprie necessità, ha il dovere, come prima cosa, di cercare e conoscere Dio
allo scopo di amarlo con tutte le sue forze, perché nella vita futura ciò sarà
la sua unica felicità. Questo non solo ce lo chiede Dio, ma serve anche a noi,
anzi è una cosa per la quale ci dobbiamo impegnare utilizzando il suo aiuto,
perché non esiste niente di più importante che amare e seguire chi, avendoci
creato, ci può (e vuole) aiutare. L'uomo, anche se non lo percepisce, ha il
desiderio innato di conoscere Dio, e di porsi in comunione con Lui, infatti la
ricerca di un dio (Es. 32, 1-6) e la presenza di molte religioni sulla terra ci
dimostra che l'uomo ha sempre avuto la necessità di cercare un essere a lui
superiore, origine di lui e delle sue cose e sulle cui spalle appoggiarsi, ma
specialmente con la cui presenza spiegare i fenomeni incomprensibili (infatti,
per esempio, nell'antichità, figurando Giove Pluvio, si credeva di spiegare sia
la pioggia che i fulmini e i tuoni).
Purtroppo oggi l'uomo si illude di
poter capire tutte le cose sperimentabili (ma non certo quelle spirituali) e il
bisogno di Dio si è affievolito, anzi in molti si è cancellato. Come sappiamo
dalla Bibbia, Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (Gn. 1-26). Ciò
non significa che Dio ha due braccia, due gambe ecc., ma piuttosto che la
nostra realtà spirituale (la nostra anima o meglio il nostro spirito) è a sua
immagine e somiglianza.
L'uomo avrebbe grosse difficoltà a
conoscere tutto ciò che va saputo su Dio con l'uso della ragione, ma Lui stesso
si è rivelato e ci ha spiegato tutto ciò che è necessario conoscere di Lui.
Dio si è rivelato conducendo la storia
di un popolo: il popolo d'Israele; questa storia è custodita in un testo:
Tutta la rivelazione trova il suo
culmine e la sua pienezza in Gesù Figlio di Dio fattosi uomo.
Come dice il Vangelo, Dio ha detto
tutto tramite il suo Verbo [che si è incarnato in Gesù, che è il Verbo di Dio
(GV. 1,1)], in effetti avendo già parlato nei tempi antichi molte volte e in
diversi modi, ultimamente ha parlato a noi per mezzo di Gesù (Eb. 1, 1_2). Affinché queste parole
rimanessero chiare sono state tramandate attraverso la tradizione apostolica e
le tradizioni della Chiesa.
Tutta
Tra l’altro alla Chiesa viene affidato
il dovere di credere e annunciare determinate verità che vanno accettate anche
se non spiegabili o sperimentabili e che quindi vengono dette dogmi di fede.
Tutta
Tutta
Per maggior precisione, si dice che lo
Spirito Santo è l'ispiratore e l'interprete della Sacra Scrittura.
I libri della Bibbia si possono
dividere in due gruppi: il Vecchio e il Nuovo Testamento. Il primo preannuncia
e il secondo descrive la vita di Gesù su questa terra e tutto ciò che è seguito
alla sua Ascensione (cioè quando è salito al cielo ovvero quando si è riunito
al Padre).
I libri del Vecchio Testamento sono:
Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio (questi cinque formano il
Pentateuco), Giosuè, Giudici, Ruth, due libri di Samuele, due libri dei Re, due
libri delle Cronache, Esdra e Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, i due libri dei
Maccabei, Giobbe, Salmi, Proverbi, Qoèlet (Ecclesiaste), il Cantico dei Cantici
(che descrive l'amore tra uno sposo e la sua sposa, immagine di quello di Gesù
per
I libri del Nuovo Testamento sono: i
Vangeli di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, gli Atti degli Apostoli (scritti da
S. Luca), le Lettere di San Paolo, la lettera di Giacomo, le lettere di Pietro,
le lettere di Giovanni, la lettera di Giuda, l'Apocalisse (di S. Giovanni).
2)
CHI È DIO
Tutti i credenti hanno come padre Abramo
perché lui, per Fede, ha creduto a Dio che gli aveva preannunciato un figlio
quando sua moglie non poteva più averne per l'età (Gn. 17,19) e per Fede quel
suo unico figlio si è dimostrato pronto a sacrificarlo a Dio (Gn. 22,1-18).
In pratica
Cominciando ad esaminare il Credo,
sappiamo che la prima realtà in cui dobbiamo credere è Dio (da cui ha origine
tutto: le cose visibili (sperimentabili) o invisibili, cioè, per esempio,
Dio a Mosè ha rivelato il suo nome:
"Io sono Colui che sono" (Es. 3,14) (altra traduzione è “Io sono
Colui che esiste” che significa che Lui è l'origine di tutto ciò che è, infatti
per il solo fatto che una cosa o una realtà esista, per questo motivo ha
origine da Dio, quindi, poiché tutto ciò che esiste ha una causa che l’ha
generato, la causa dell’esistenza di Dio è Lui stesso). In ebraico antico
"Io sono" si esprimeva con la parola Yahvé, ma, poiché in questa
lingua si usava non scrivere le vocali, il suo nome veniva scritto YHWH (dalla
lettura senza vocali di questo nome, per un'errata vocalizzazione, è nata
l'espressione Yeovah da cui ha preso il nome la setta dei testimoni di Geova).
Che Gesù sia Dio è evidente perché ce
l'ha detto lui, infatti (Gv. 8,58) ha detto di se stesso "Io sono", e
questo, come è detto sopra, è il nome che Dio si dà (Es. 3,14). Ora è evidente
che Gesù, ben sapendolo, non poteva attribuirsi il nome di Dio "per caso",
ma perché, conoscendo questo nome, lo confermava, comunque l'aveva già detto in
Gv. 8,28 ed inoltre ce lo ribadisce più esplicitamente il Vangelo di Giovanni
"...e il Verbo era Dio" [dove sappiamo che il Verbo, da una precisa
lettura del Vangelo, è Gesù (GV 1,1).
Fin dall'antico testamento Dio è un Dio
di misericordia e di pietà ed Egli è Verità ed Amore.
Dall'analisi delle Scritture, (p. es.
Gn. 18,1-10) e in particolare del Vangelo, risulta che Dio è uno solo ma in tre
persone (Gv 10,30): il Padre, Il Figlio (incarnatosi in Gesù) e lo Spirito
Santo. Per essere più precisi facendo riferimento al Credo possiamo notare che
il Figlio non è stato creato dal Padre (che ha creato tutto), ma è stato da Lui
generato (cioè il Padre dà origine
dall'eternità al Figlio). Per capire meglio il senso del termine
"generato" possiamo notare che ciascuno di noi, per esempio, genera,
cioè dà origine (non certo crea) ai propri pensieri.
Lo Spirito Santo procede dal Padre
attraverso il Figlio (come da me, per esempio, procede il mio cervello tramite
il quale genero il miei pensieri e miei pensieri modificano me e il mio modo di
essere).
Comunque, riguardo al fatto che il
Padre e il Figlio siano una cosa sola e uniti, valgono le parole del Vangelo
"Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me" (Gv. 14,11).
Quindi il Dio in cui i cristiani
credono è
Talvolta Dio può sembrare assente ed
incapace di impedire il dolore e la sofferenza; in realtà. ciò non è vero
perché, prima di tutto, Dio rispetta ad ogni costo la nostra libertà, (anche
se, per mezzo di questa, facciamo il male) poi inoltre, in conseguenza del
peccato originale, l'uomo (che ha voluto essere artefice delle proprie scelte e
non seguire più quelle ispirate da Dio) si è messo nella condizione di soffrire
e dover lottare contro le cose o gli eventi (Gn. 3,16-19).
Anche se non ce ne accorgiamo, Dio ci aiuta e questo aiuto viene chiamato Provvidenza.
3)
DIO CREA L’UOMO LIBERO
Come noto, Dio, oltre al mondo
invisibile, ha creato anche il mondo visibile (cioè ciò che possiamo
sperimentare perché cade sotto i nostri sensi), poi ha creato l'uomo, come
prima descritto, a sua immagine e somiglianza.
L'uomo è fatto di anima e di corpo (o
anche di spirito e di corpo) che, finché l'uomo è vivo, devono essere
considerate in maniera inscindibile perché formano un'unica realtà. Dio,
creando l'uomo, "maschio e femmina li creò" (Gen. 1,27).
Il primo uomo (tentato dal diavolo),
nella sua libertà (benché avvisato da Dio) ha scelto il peccato (il primo
peccato è stato il voler essere lui a voler decidere cosa fosse bene e cosa
fosse male) (Gn. 3,1-6) mettendosi di conseguenza contro il volere di Dio e
desiderando essere a Lui uguale. Ma Dio, nella sua infinita bontà, non ha
lasciato che l'uomo si rovinasse, ma ha voluto (benché ciò Gli costasse un
enorme sacrificio) ricostruire ciò che gli uomini avevano distrutto, inviando a
noi suo Figlio.
Gli angeli sono degli spiriti buoni,
creati da Dio, ma alcuni, forse quelli creati tra i più belli, insuperbendosi
per la bellezza della loro essenza, si sono ribellati a chi li aveva creati e
gli si sono messi contro; in seguito a questa ribellione hanno preso il nome di
diavoli diventando a lui ostili. Hanno cercato di far opporre a Dio altri
esseri creati (e ci sono riusciti con gli uomini). Infatti (come abbiamo già
visto) il diavolo ha imbrogliato l'uomo (Adamo, il primo) facendogli credere
che il decidere cosa fosse il bene e cosa il male dipendesse da una sua scelta
(Gn. 3,1-6), e, con questa ribellione, gli ha fatto compiere il primo peccato
(tra l'altro di superbia) (chiamato peccato originale sia perché è stato il
primo peccato sia perché ha dato origine agli altri peccati) e le cui
conseguenze si sono trasmesse a tutti i discendenti nello stesso modo che molti
caratteri mantengono la loro ereditarietà (come per esempio da genitori con gli
occhi azzurri nasce sicuramente un figlio con gli occhi azzurri o da genitori
con qualche tara o malattia particolare nasce sicuramente un figlio con la
stessa tara o malattia).
Le conseguenze del peccato originale
possono essere annullate dal Battesimo.
Se ci si domanda perché Dio non ha
impedito al primo uomo di peccare, la risposta la possiamo trovare pensando che
Dio ha sempre tenuto in gran conto e rispettato la nostra libertà e in
conseguenza di questo piuttosto ha accettato di sacrificare il Suo Figlio Unigenito
(cioè l'unico Figlio di Dio) perché questo sacrificio, che è costato tantissimo
dolore e sangue, potesse salvarci.
Un altra
realtà in cui dobbiamo credere riguarda sia la remissione dei peccati (il
Battesimo è il primo e principale sacramento per il perdono dei peccati perché
ci unisce a Gesù;
Infatti un certo giorno ci sarà la
resurrezione della carne (come è già successo per Cristo), e una volta risorti
avremo la vita eterna nel regno dei Cieli solo se ne saremo stati giudicati
degni nel giudizio particolare (giudizio che Dio fa a ciascuno di noi all'atto
della morte). Se saremo stati giudicati indegni saremo condannati all'Inferno
stato dell'assenza di Dio (che per un morto è la sofferenza più atroce) (nel
Vangelo viene chiamata Geenna del fuoco inestinguibile e ad essa sono
condannati tutti quelli morti da peccatori che non sono quelli che fanno i
peccati ma quelli che amano i peccati, come ha detto
Come il Giudizio Particolare ci sarà il
Giudizio Finale con lo stesso esito per ciascuno di noi di quello del
particolare, ma durante il quale verrà giudicata anche
Comunque
Paradiso, Purgatorio, e Inferno non sono probabilmente tre luoghi ma tre stati
di vita.
4)
GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO, SALVATORE DEL MONDO
Il Figlio di Dio si è incarnato in
Maria non per opera di uomo (Giuseppe era solo il padre putativo [dal latino
putare che significa ritenere, in altre parole non era il padre naturale ma era
ritenuto tale]) ma per opera dello Spirito Santo (Lc. 1,39-45) e quindi
l'umanità si è salvata anche perché Maria ha detto "si" a quella
proposta dell'angelo (quella della maternità per opera dello Spirito Santo) che
in quel momento era per lei sicuramente difficile da capire; quindi è stata
accettata per fede.
Maria non aveva conosciuto uomo ed era
vergine, poi, in seguito al parto, Dio l'ha conservata vergine, quindi
Probabilmente aveva deciso ciò fin da
ragazzina: cioè di adempiere ad un voto fatto di rinunciare alla maternità per
ottenere che Dio accelerasse il momento della venuta al mondo di suo Figlio.
Voto ancora più grande perché, così, secondo il modo di vedere le cose in quel
momento, rinunciava alla possibilità (ambita da tutte le altre donne di quel
tempo) di partorire il profetato Salvatore.
Possiamo dire che ci sia stata una gara
tra lei nell'umiliarsi rinunciando a tutto (vedi, per esempio, la possibilità
di essere madre) e Dio nell'esaltarla.
Dio le ha concesso il dono di essere
l'Immacolata Concezione, cioè l'unica persona nata senza il peccato originale
e, poiché non ha mai peccato, è stata esentata dall’annullamento della morte
(Gn. 3,3). In effetti oltre a Gesù, solo lei attualmente è in Paradiso anima e
corpo.
Gesù Cristo era una persona che aveva
contemporaneamente due nature: quella divina quella umana. Come uomo aveva un
corpo e un anima e in più, per la sua figliolanza divina aveva anche la
divinità.
Lo scopo di tutta la sua vita è stato
quello di rivelarci il Padre, [egli afferma: "Chi ha visto me, ha visto il
Padre" (Gv. 14,9)] per questo possiamo dire con il "Catechismo"
che: "ciò che era visibile nella sua vita terrena condusse al Mistero
invisibile della sua filiazione divina e della sua missione redentrice".
Oltre a questo compito, Gesù ha
adempiuto alla missione, affidatagli dal Padre, di redimerci mediante la sua
Passione, che avendo un valore infinito (lui, è Dio e, pur essendo innocente,
ha patito ed è stato ucciso) ci ha comunicato il perdono del Padre per tutte le
nostre colpe. Tutto ciò è avvenuto perché il Padre tanto ci ama che non ha
esitato a sacrificarlo per noi.
Gesù, non dando alcuna importanza ai
valori terreni, ha accettato di venire al mondo in una capanna, povero (Lc. 2,
7), vivendo poi, come tutti gli ebrei del suo tempo, tutte le incombenze: la
dedicazione al Padre (Es. 13, 1-2), la circoncisione (Gn. 17, 9-10 e Lc.2,
21)), l'obbedire da piccolo ai genitori (Es. 20, 12), il lavoro, ha accettato
anche di farsi battezzare (battesimo di purificazione di valore diverso dal
battesimo cristiano Mt. 3,13-17) e di farsi tentare (come uomo) (Mt. 4,1-11).
Gesù
Cristo patì sotto Ponzio Pilato (fu frustato (Mt. 27,26), beffeggiato e
sottoposto a numerosi altri oltraggi (Mt. 27, 27-31) (trattato con violenza
come un povero mentecatto che vuole illuderci di essere Dio)), fu crocifisso
(Mt. 27,35) (oggi si direbbe fu sottoposto alla pena capitale), morì (Mt.
27,50) e fu sepolto (Mt. 27,60).
Come dice san
Paolo "Dio l'ha fatto peccato per noi" che vuol dire che il Padre ha
accettato che il Figlio sopportasse liberamente tutto e soffrisse tutto per
scontare i nostri peccati. Ben sapendo ciò che gli sarebbe capitato il giorno
seguente ed anzi avendolo scelto liberamente, ha passato la notte in agonia nel
Getsemani sudando sangue per l'angoscia (Lc. 22,44).
In conseguenza
della crocifissione, seguita alle torture precedenti, mori e fu sepolto e non
accadde, come dicono alcuni sbagliando, che non morì ma svenne soltanto o cadde
in deliquio o in catalessi o in coma per poi riprendersi tre giorni dopo.
A proposito
della sua morte è opportuno citare le misteriose parole da lui pronunciate
"Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?" (Mt. 27,46 e Mc.
15,34). Tutto sommato tali parole non sono poi così misteriose perché, benché
esprimesse con esse l'apparente abbandono di Dio e l’angoscia della solitudine,
voleva mostrarci che gli uomini, quando insistono nel peccato e si allontanano
da Dio e lo abbandonano, nulla possono costruire e in ciò che ne risulta,
sembra che Dio li abbia abbandonati, in ogni caso citando in aramaico (lingua
con la quale tra l’altro si pregava) il salmo
Dicendo
"Tutto è compiuto" ha voluto poi esprimere la consapevolezza di aver
realizzato completamente il disegno di Dio per la salvezza del mondo (Gv.
19,30). Una volta morto, come dice anche il Credo, discese agli inferi con la
sua anima e la sua divinità.
Col termine
"inferi" non si intende l'inferno ma quello che era il regno dei
morti, o come veniva chiamato nel passato, lo shéol che è il luogo o lo stato
dove finivano tutti i morti (punto 637 pagina 177).
Ma il terzo
giorno (la domenica di Pasqua) (Lc. 20) è risuscitato dai morti, nel senso che
ha riacquistato un corpo fisico ma con prerogative diverse, infatti per questo
corpo non valgono più le leggi fisiche che valgono per noi, tanto che S. Paolo
è molto chiaro nella 1a Corinzi cap. 15 versetti 35-53. Comunque,
per fare un esempio, una volta risuscitati, (perché oltre a Cristo
risusciteremo anche noi) potremo mangiare, ma non ne avremo (come succede oggi)
la necessità.
Che Cristo sia
resuscitato è un fatto che hanno potuto testimoniare in molti che lo hanno
visto e possiamo dire che
Dopo 40 giorni
Gesù è salito al cielo ove siede nella gloria di Dio alla destra del Padre.
Alla
"fine del mondo" (A tale proposito, allacciandomi a certe presunte rivelazioni,
cito il Vangelo di Marco (Mc. 13,32) “Quanto poi a quel giorno o a quell’ora,
nessuno li conosce, neanche gli angeli del cielo, e neppure il Figlio, ma solo
il Padre”) Gesù tornerà su questa terra per giudicare i vivi e i morti in modo
che tutto sia a Lui sottomesso.
5)
Come abbiamo già visto dal Padre al
Figlio e dal Figlio al Padre procede lo Spirito Santo che quindi è Amore non
solo tra i Due ma anche verso di noi, in quanto il Figlio è generato proprio
come Parola del Padre, perché il Padre ci ama (cioè Dio Padre ha generato il
Figlio come sua Parola perché per amore verso di noi ha voluto che conoscessimo
il Padre, per il nostro bene).
Lo Spirito Santo è anche detto
Paraclito (che vuol dire "colui che è chiamato vicino"), Consolatore,
Spirito di Verità, o Spirito di Dio, o Spirito di Cristo.
Dio è amore (1 Gv. 4,8.16) e l'Amore
(cioè lo Spirito Santo) è il primo dono che Dio ci fa ed edifica, anima e
santifica
Possiamo dire che
In pratica
Santo vuol dire "conforme alla
volontà del Padre".
Ma
Tutti i Cristiani, che sono i
battezzati, devono appartenere alla Chiesa Cattolica, e teniamo presente che
fuori della Chiesa non c'è salvezza, infatti quelli che, senza colpa, sono
fuori dalla Chiesa chiaramente si salvano, ma perché, quando muoiono, Dio li
porta all'interno della Chiesa.
Chiaramente, poiché solo nella Chiesa
c'è salvezza, è dovere di tutti i Cristiani portare Cristo a tutti i fratelli
(Chiesa missionaria) (Mt. 28, 19-20).
Inoltre
Tutti noi abbiano il compito di
annunciare Cristo dappertutto: in casa, in ufficio e in ogni altro luogo,
quindi quando si parla di apostolato della Chiesa si intende questa missione.
Oggi nella Chiesa i vescovi sono i
successori degli apostoli.
Anche
Cioè, pur vivendo la loro vita in
incombenze di questo mondo, devono viverla in Gesù, con Gesù, per Gesù.
Una realtà molto importante è la
comunione dei santi. Per essere più chiaro cercherò di spiegarmi con un
esempio.
Supponiamo che, per un qualche motivo,
qualcuno mi dia molto denaro.
Ebbene tale somma, come è evidente, non
la terrò solo per me ma ne farò partecipe anche i miei familiari che, solo
perché tali, potranno usufruirne.
Il primo caso di comunione dei santi è
quello degli infiniti meriti ottenuti da Cristo che vengono elargiti anche a
noi.
Analogamente, quando un cristiano
ottiene da Dio dei benefici spirituali per i suoi meriti, anche tutta
Maria è la madre di Gesù, nel senso che
Gesù ha avuto un corpo per mezzo di Maria che lo ha concepito per opera dello
Spirito Santo, ma lei non si è limitata a dargli solo un corpo ma gli ha dato
anche un'educazione quando era piccolo e lo ha seguito nel cammino del Calvario
soffrendo immense pene molto simili a quelle di suo figlio (vedere un figlio
torturato e massacrato così è una sofferenza terribile ancora di più sapendolo
innocente e sapendo che era venuto al mondo per questo) e per questo è chiamata
corredentrice ed è stata premiata da Dio essendo l'unica persona concepita
senza peccato originale (è detta e si è definita Immacolata Concezione) e non
avendo mai peccato è stata assunta in cielo anima e corpo nel senso che
attualmente ha un corpo ed è viva (Gn. 2, 17). (In altre parole, Dio ben
sapendo ciò che lei avrebbe fatto in vita, l'ha preventivamente concepita senza
peccato originale).
È chiamata anche madre della Chiesa e
quindi madre nostra.
6)
I SACRAMENTI
Tutti e sette
sono stati istituiti da Gesù ed imprimono nel cristiano un Carattere o una
Forza.
Esaminiamoli
adesso separatamente uno dall'altro.
Il Sacramento del Battesimo
Il Battesimo è
il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e
Esso ottiene
che, lavati in quell'acqua benedetta, ci laviamo dal male che c'è in noi (per
gli infanti le conseguenze del peccato originale).
Oggi il
Battesimo viene dato ai bambini nati da pochi giorni anche se, per la loro età,
sono incapaci di intendere e volere perché, oltre ai genitori, esiste un adulto
che, in caso di decesso dei genitori, si assuma la responsabilità di far
crescere il bambino nella dottrina cristiana (il Padrino).
Perché il
Battesimo viene dato ai bambini così piccoli che non sanno capire e non possono
decidere liberamente se essere cristiani o meno?
Per lo stesso
motivo per cui si da allo stesso bambino, che non può deciderlo, una medicina
che lo guarisca nel corpo: non è assai più importante guarire nell'anima?
Il Battesimo viene
dato anche agli adulti per qualche motivo non ancora battezzati. In entrambi i
casi oltre al contatto con l'acqua benedetta (per infusione o per immersione)
vengono anche fatti i seguenti gesti: il segno della croce, l'annunzio della
Parola di Dio, il rito essenziale del Battesimo, l'unzione col sacro crisma,
viene data una veste bianca segno che il battezzato si è rivestito di Cristo,
viene infine data una candela che significa che tutti i battezzati sono luce
del mondo.
Tutti possono
battezzare e in caso di necessità anche un non battezzato può battezzare. Il
Battesimo ci fa entrare nella Chiesa e, come sappiamo, solo i battezzati
potranno entrare a far parte del regno di Dio.
Per quanto
riguarda i morti senza Battesimo
I due effetti
principali del Battesimo sono la purificazione da tutti i peccati e la nuova
nascita nello Spirito Santo, in pratica il Battesimo ci fa membra del corpo di
Cristo, quindi costituisce il vincolo sacramentale dell'unità dei cristiani.
Il sacramento della
Confermazione (o Cresima)
Insieme al Battesimo e all'Eucarestia
il sacramento della Confermazione forma i sacramenti dell'iniziazione
cristiana.
Nell'antichità, nelle gare sportive di
lotta, un lottatore prima di gareggiare si ungeva di olio per riuscire meglio
nel combattimento.
Analogamente, il segno di tale
sacramento col quale riceviamo dallo Spirito Santo la forza di lottare contro
il male che c’è in noi e nel mondo nel quale dobbiamo vivere, è l'olio
benedetto col quale siamo unti: in pratica si riceve il sigillo dello Spirito
Santo.
Tutto ciò che di bene riusciremo a fare
nella nostra vita sarà merito dello Spirito Santo che ci aiuterà a combattere
il male che incontreremo.
Tutti i battezzati non ancora cresimati
possono ricevere tale sacramento che può essere dato solo dal vescovo o da chi
è da lui incaricato.
Il
sacramento dell'Eucarestia
Come nell'antichità gli Ebrei erano
stati liberati dall'oppressione del faraone dopo aver celebrato
Quindi ogni volta che, durante
Quindi l'Eucarestia è fonte e culmine
della vita ecclesiale.
Solo chi mangia il Corpo e beve il Suo
sangue avrà la vita eterna (Gv. 6,48-51).
L'Eucarestia possono riceverla tutti i
Cristiani battezzati, che non siano in peccato mortale e che siano consapevoli
e pensino a chi vanno a ricevere e che siano in regola con le norme del digiuno
eucaristico.
Solo
Faccio inoltre presente che come la
morte dei primogeniti ha preceduto
Il sacramento della Penitenza
e della Riconciliazione
Gesù ha ribadito più volte l'importanza
del perdono; benché uno sia stato offeso anche gravemente, ha il dovere di
perdonare.
Il non perdonare è già di per sé una
colpa; ciò premesso, Dio è il più offeso dalle nostre mancanze (Mt. 18,23-35)
ma ci perdona di cuore. Però da parte nostra occorre un vero pentimento che non
è perfetto se non è accompagnato dall'impegno di non sbagliare più.
Per rendere concreta questa
disponibilità di Dio a perdonarci (perché è l'unico che può perdonare i peccati
(Mc. 2,3-7)) c'è il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione dove,
essendo Dio che ci perdona, dobbiamo confessargli tutti i nostri peccati e per
far questo ci dobbiamo rivolgere a chi in quel momento lo rappresenta (il prete
confessore).
È bene, oltre a quanto sopra, tenere presente
che ci purifichiamo con la penitenza interiore che, per esempio, si può
esprimere con rinunce quali, per esempio, il digiuno, la preghiera e
l'elemosina che, oltre tutto, sono una misura del nostro impegno di
purificazione.
Per fare una buona Confessione
occorrono preliminarmente la contrizione, l'impegno a non ricommettere più i
peccati, specialmente quelli commessi, poi la confessione dei nostri peccati
(almeno quelli “mortali" cioè i più gravi, ma è meglio anche quelli
veniali) e la soddisfazione [cioè quello che può essere fatto per riparare al
male commesso sia verso gli uomini (p. es. restituendo i soldi rubati,
risanando le ferite, ecc.) che verso Dio].
Benché l'offesa a Dio abbia valore
immenso, di solito il confessore si limita come soddisfazione ad una penitenza:
oltre a comandarci di riparare il male arrecato agli altri uomini ci chiede
anche una preghiera.
Il ministro di questo sacramento è il
sacerdote.
L'indulgenza è un dono che fa
Acquistare p. es. tre anni di
indulgenza è come dire che io farò meno Purgatorio come se in questa vita
avessi fatto tre anni di penitenza.
Come è possibile?
È facilmente comprensibile tenendo
presente che in questo caso
Comunque come tutti i sacramenti il
sacramento della Penitenza e un'azione liturgica.
Tutto quanto detto sul sacramento della
Penitenza diventa più chiaro esaminando le parole di Gesù "Ricevete lo
Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li
rimetterete resteranno non rimessi". (Gv. 20,22-23).
Il sacramento dell'unzione
degli infermi
Con tale
sacramento si compie un'unzione sugli ammalati e li si raccomanda al Signore
sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi
certamente nello spirito e se è nei suoi disegni anche nel fisico.
Anzi con tale
sacramento li si esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di
Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio. Mentre in passato si
soleva dare tale sacramento agli ammalati in imminente pericolo di vita, adesso
l'atteggiamento della Chiesa è di dare tale sacramento a chiunque sia colpito
da una malattia grave. Tale sacramento può essere dato più volte alla stessa
persona e rappresenta un dono particolare dello Spirito Santo e unisce la
malattia di quella persona alla passione di Cristo.
E se l’infermo
esprime o aveva espresso l’intenzione di chiedere perdono a Dio per i suoi
peccati, questo sacramento, se un malato non è in condizione di confessarsi, ci
fa perdonare da Dio ogni male.
Il viatico è
la comunione data sul letto di morte ad un cristiano.
Il
sacramento dell'Ordine
È il
Sacramento che perpetua la missione affidata da Cristo ai suoi Apostoli,
comporta tre gradi: il diaconato, il presbiterato e l'episcopato. In ogni caso,
a qualunque dei tre gradi uno acceda, è il vescovo ad impartire tale
sacramento.
Ai sacerdoti
cattolici
Il primo
sacerdote è stato Cristo prefigurato da Melchisedech (Gn. 14,18) e dal suo
sacerdozio è stata generata
Il
Sacramento del Matrimonio
"Non è
bene che l'uomo sia solo" (Gn. 2,18). Per questo motivo Dio ha istituito il
matrimonio che è un'unione di aiuto tra l'uomo e la donna, in conseguenza della
quale ne derivano vari altri doveri, tra i quali quello della prole (Gn. 1,28).
Dal peccato
conseguono alcune conseguenze tra cui "i dolori del parto" (Gn. 3,16)
e il lavoro "con il sudore del tuo volto" (Gn. 3,19). Come detto da
Gesù (Mt. 19,3-9) il matrimonio non può essere sciolto se non dalla morte di
uno dei due sposi. Comunque, perché un matrimonio sia valido, occorrono alcune
condizioni (p. es. che sia libero e non abbia impedimenti secondo certe
regole).
Sempre
collegandosi a quanto detto da Matteo (Mt. 19,3-9)
In ogni caso
il matrimonio deve essere aperto alla fecondità (Gn. 1,28).
Oltre ai già
visti Sacramenti, esistono anche i Sacramentali che sono dei segni sacri per
mezzo dei quali, con una certa similitudine ai sacramenti, vengono ottenuti
effetti soprattutto spirituali.
Tra i
sacramentali si possono nominare le benedizioni e gli esorcismi.
7)
Come abbiamo visto l'uomo è ad immagine
di Dio e quindi è evidente il suo desiderio di beatitudine.
Comunque l'uomo è libero, e questa
libertà porta anche una responsabilità, nel senso che le azioni dell'uomo
possono essere buone o cattive: cattive sono quelle che non soddisfano anzi si
oppongono alle richieste di Dio, buone le altre. Comunque per giudicare se una
nostra azione sia buona o cattiva abbiamo la coscienza morale che è la nostra
capacità di esaminare se la nostra azione è conforme o difforme a ciò che Dio
ci ha comandato.
L'uomo nella sua vita deve avere delle
virtù e per rinforzarsi in esse riceve dei doni dallo Spirito Santo.
Le virtù umane sono delle attitudini ad
agire in un certo modo: esse sono chiamate virtù cardinali (prudenza, fortezza,
giustizia, temperanza) e virtù teologali (fede, speranza, carità). Attenzione
alla carità (1a Cor. 13,1 - 13)!
Allo scopo di aiutarci nella nostra
vita, lo Spirito Santo ci elargisce sette doni: Sapienza, Intelletto,
Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio.
Il peccato è un'offesa a Dio, oltre a
danneggiare noi stessi o altri uomini (p. es. se rubo faccio un torto al
derubato) danneggia specialmente i nostri rapporti con Dio e lo offende.
Noi abbiamo la capacità di riconoscere
i nostri peccati e inoltre possiamo
benissimo evitarli infatti come dice
I peccati sono di due tipi: il peccato
veniale (offesa a Dio in forma non grave) ci rende l'anima opaca e non
splendente ma è in cosa non grave e può essere perdonato semplicemente con una
contrizione; il peccato mortale invece "uccide" (per questo si chiama
mortale) la nostra anima che può essere perdonata solo con una confessione o il
battesimo (se uno non l'ha ancora ricevuto e non in altri modi).
Per quanto riguarda i vari peccati e
Dio che li perdona attenzione a non bestemmiare contro l'Amore di Dio (lo
Spirito Santo) (Mc. 3,29)!
Nel Vecchio Testamento esisteva una
Legge che era un insieme di numerosissimi obblighi, nel Nuovo Testamento
1) Partecipare
alla messa la domenica e le altre feste comandate.
2) Confessarsi
almeno una volta all'anno.
3) Comunicarsi
almeno a Pasqua.
4) Santificare
le feste comandate.
5) Osservare il digiuno e l'astinenza nei giorni prescritti.
8)
I COMANDAMENTI E
Esaminiamo
adesso i dieci comandamenti che già esistevano prima della venuta di Gesù col
nome di decalogo (Es. 20, 1-21).
1) Io sono il Signore tuo Dio; non avrai altri
dei fuori di me.
Purtroppo oggi
si tende ad avere molto spesso e subdolamente altri dei p. es. la macchina, il
lavoro, la televisione etc.
2) Non
pronunciare il nome di Dio invano.
Oltre ad un
uso spregiudicato del nome di Dio, c'è anche la bestemmia e in particolare la
bestemmia contro lo Spirito Santo. (vedi sopra).
3) Ricordati
di santificare le feste.
Che non vuol
solo dire "andare a Messa la domenica" ma anche, almeno nei giorni di
festa, ricordare e onorare Dio ed occuparsi delle cose che lo riguardano.
4) Onora
il padre e la madre.
Da qui
cominciano i comandamenti che riguardano azioni verso gli uomini e poiché sono
in ordine di importanza questo, che è il primo, è il più importante.
5) Non
uccidere.
"Avete
inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto
a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà
sottoposto a giudizio "(Mt. 5,21-22). Ricordo solo che tra gli omicidi
sono anche compresi l'aborto, l'eutanasia e il suicidio.
6) Non
commettere adulterio.
"Avete
inteso che fu detto "Non commettere adulterio"; ma io vi dico:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei
nel suo cuore. (Mt. 5,28)".
7) Non
rubare.
"Né
ladri, né avari, né rapaci erediteranno il regno di Dio (1a Cor.
6,10)".
8) Non
pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
"Una
colpa commessa contro la verità esige riparazione".
9) Non
desiderare la donna d'altri.
"Chiunque
guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo
cuore (Mt. 5,28)".
10) Non
desiderare la roba d'altri.
"Là dov'è
il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore (Mt. 6,21)".
Parliamo ora
di una cosa molto importante per il cristiano: la
preghiera.
La preghiera può assumere due aspetti,
il primo meno qualificato del secondo: parlare a Dio il primo e parlare con Dio
il secondo.
Nel secondo caso Dio ti risponde, ma
non bisogna pensare che ci risponda parlandoci nel senso tecnico del termine.
ll più delle volte le sue parole o più
precisamente le sue manifestazioni sono come il "vento leggero" che
preciseremo più avanti; Dio parla solo a chi sa capire e riconoscere questo
"vento leggero".
Anche Gesù pregava cioè parlava col
Padre, il Vangelo dice che molte volte si ritirava sul monte a pregare, d'altra
parte anche il Padre parlava col Figlio (p. es. Gv. 11, 41), ma
"Insegnaci a pregare" hanno
detto i discepoli (Lc. 11,1) allora Gesù ha insegnato il "Padre
nostro" che è la preghiera per eccellenza perché insegnata da Gesù e che
contiene sette richieste: tre verso Dio e quattro verso gli uomini, in pratica
si dice che è la sintesi di tutto il Vangelo.
Il "Padre nostro" rappresenta
il modo più concreto di parlare a Dio.
CONCLUSIONI
Esaminiamo infine due brani della
Bibbia: il primo è dal capitolo 19 del Primo Libro dei Re.
Qui Elia incontra Dio, ma non dobbiamo pensare
che Elia veda Dio presentarglisi con eventi impetuosi o sconvolgenti. Dio si
presenta ad Elia (ma sempre così si presenta anche a noi) come un vento
leggero, come dicevo sopra, e come Elia sa riconoscerlo in questo vento, così
anche noi dobbiamo saper leggere in cose minime, apparentemente insignificanti
a causa della nostra superficialità, il Suo intervento e la sua presenza.
Un altro brano molto bello è la lettera
alla Chiesa di Laodicea nell'Apocalisse (Ap. 3,14_21): molte volte
il nostro essere Cristiani è, come descritto qui, molto tiepido, cioè facciamo
meno cose possibile per mettere a tacere la nostra molto sopita coscienza. Ma
questo atteggiamento viene definito qui molto peggio dell'essere freddi cioè
completamente staccati dalle opere di Dio.
Teniamo presente, per il nostro bene,
che vale l'affermazione "Io (Gesù) tutti quelli che amo li rimprovero e li
castigo" che vuol dire che, per amore, Dio ci rimprovera e ci castiga,
quindi i dolori e le sofferenze cui siamo sottoposti non devono indurci a
lamentele ma dobbiamo ringraziare perché sono un dono di Dio per un nostro
miglioramento, [Unica eccezione è
Tuffo quanto è detto in queste pagine
rappresenta in sintesi il contenuto di tutta la dottrina cattolica che noi non
soltanto dovremmo conoscere in maniera approfondita ma anche dovremmo far
diventare nostra fonte di vita in Dio, in modo da poter dire a Dio come Giobbe
(Gb. 42,5) "io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti
vedono".
Milano, 22.11.99