Il peccato originale

Ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». (GN 3,3)

 

Col termine peccato originale si intende spesso il primo peccato compiuto dal primo uomo in conseguenza del quale l’umanità ha cominciato a peccare e ha cominciato a morire.

Pur condividendo questa accezione preferisco dare un altro significato a quel termine, in base al quale tale peccato viene purtroppo ripetutamente compiuto da tutta l’umanità giorno dopo giorno (è il peccato che origina tutti gli altri peccati).

Nella realtà dell’accaduto Dio non è sceso in terra per parlare col primo uomo che, probabilmente, non aveva ancora imparato a parlare. In realtà Dio ha infuso ed infonde ancora oggi una legge istintivamente innata in base alla quale ogni uomo, senza neanche aver studiato catechismo, sa già cosa sia giusto e cosa sbagliato (legge naturale). Sa istintivamente che, per esempio, non deve rubare a una persona o non deve infierire su di essa con la forza fisica o verbale né tantomeno ammazzarla.

Uno ha già nel suo intimo l’idea di cosa sia bene e cosa sia male.

Allora col termine “peccato originale” si può anche intendere quando, volendo seguire i propri desideri, uno vuole decidere di persona cosa fare e cosa no senza seguire la legge naturale cioè quando si desidera che non sia la propria coscienza a parlare ma il proprio comodo. Questo mettere se stesso come arbitro delle proprie scelte non seguendo la legge insita nel proprio animo è rinnovare e ripetere detto peccato. Allora col termine peccato originale si intende anche il peccato che sta all’origine di tutti i nostri successivi errori.

Purtroppo col progredire di tutte le nostre conoscenze scientifiche ci sentiamo illusoriamente più potenti più capaci di decidere le nostre scelte.

In questa ottica continuiamo a ripetere e rinnovare quella colpa.

Cioè più avanziamo nella cultura scientifica più ci illudiamo di essere padroni del mondo non solo a livello tecnico ma anche spirituale.

È questo ritenerci capaci di poter comandare sulle nostra vita, sul nostro futuro che ci riporta a ripetere detto peccato.

Bene ha detto mons. Luigi Negri, attualmente (11.02.2009) vescovo di San Marino, quando affermava che Dio si è fatto uomo (per annullare le conseguenze del primo peccato) quando l’uomo si è fatto Dio (cioè decidendo lui cosa sia bene e cosa sia male).

Dal catechismo sappiamo che la Madonna, preservata anche dal peccato originale (le cui conseguenze si trasmettono per via ereditaria di padre in figlio) non ha mai peccato durante tutta la vita. Cioè ha sempre seguito ciò che la coscienza le suggeriva mai fidandosi dei propri desideri ma solo del proprio cuore.

Quest’operazione è stata ancor più difficile non tanto quando Gesù riempiva il suo popolo di miracoli ma piuttosto quando i carnefici infierivano sui di lui. In quei momenti non li ha odiati ma ha avuto compassione non solo per la tragedia che incombeva su suo figlio ma anche pietà per i carnefici.