Non
a caso Gesù ha scelto il pane e il vino come suo corpo e suo sangue.
Infatti
pane e vino sono una chiara immagine della Chiesa in cui tutti gli appartenenti
sono membra dello stesso corpo di Cristo.
Infatti
così come il pane si ottiene da tanti chicchi di grano che, macinati, non si
possono più distinguere uno dall’altro, nello stesso modo siamo noi quando
formiamo la Chiesa.
Identico
discorso vale per gli acini d’uva.
Ogni
acino è di per sé una realtà a sé stante, cioè ciascuno è diverso dall’altro:
così si trova l’acino migliore e quello peggiore, poi tutti entrano a far parte
dello stesso vino in modo che non si può più (e non si deve) distinguere l’uno
dall’altro.
Inoltre
come il pane e il vino sono una “coproduzione” tra Dio e gli uomini (Dio fa
l’uva e il grano e gli uomini li lavorano) così la Chiesa è una “coproduzione”
tra Dio e gli uomini.
Dio la genera ma gli uomini
la organizzano e la vivono.
Ieri
sono andato al Conservatorio e ho sentito la sinfonia “Dal nuovo mondo” di
Anton Dvorák.
Premesso
che è una sinfonia molto bella e trascinante, premesso anche che è stata
eseguita in modo superlativo, devo anche sottolineare che durante l’ascolto ho
ben capito cosa si intenda col termine Chiesa.
Ogni
strumento suonava in modo egregio, però c’erano sia strumenti importanti, sia
strumenti meno incisivi ed importanti.
Per
esempio contavano molto sia i fiati che i violini, molto meno determinante era
il tamburo e ancor meno il triangolo.
Tuttavia
se ciascuno avesse suonato la sua parte da solo, sarebbero state solo poche
note e, in certi casi, anche insignificanti, invece, tutti insieme ed in
collaborazione, sono riusciti ad ottenere quella superba esecuzione.
La
Chiesa è la stessa cosa, non importa cosa tu sia: un violino o il triangolo.
Collaborando con gli altri riuscirai ad ottenere un’esecuzione perfetta che è
ciò che vuole Dio.
E,
continuando con l’esempio, tutta l’orchestra, oltre a rappresentare la Chiesa,
rappresenta il corpo di Cristo, e proprio per questo dobbiamo sentirci uniti ed
unirci alle altre Chiese: non è possibile ottenere una buona esecuzione
orchestrale se diverse orchestre non collegate tra loro cercano di eseguire
contemporaneamente e nella stessa sala (che simboleggia il mondo) lo stesso brano
orchestrale.
E
il direttore?
Il
direttore rappresenta il Papa.
Un’
altra serata sempre al Conservatorio è stata suonata musica di Brahms.
Mi
ha colpito molto l’esecuzione di un brano (credo la 2a sinfonia) che
mi ha fatto meditare alquanto.
Specialmente
durante l’ultimo movimento tutta la musica era scandita da un suonatore che,
suonando con decisione il tamburo, marcava il tempo per tutta l’orchestra.
Ho
notato questi particolari:
-la
passione con cui lo si vedeva battere i tamburi (ne aveva 2 o
-il
fatto che, non essendo uno strumento importante, fosse relegato in fondo
all’orchestra.
Ciò
mi ha fatto meditare perché a volte la nostra vita assomiglia a quanto descritto
sopra.
Infatti
può capitare che ci sentiamo o siamo relegati ad un compito che ci appare tra i
più insignificanti, secondari e meno importanti.
Tuttavia
rivestendoci della capacità di saper eseguire con passione e dedizione l’incarico
che ci troviamo assegnato e magari non desiderato, riusciamo a diventare
elemento trainante per tutta la comunità, come il tamburo lo era per
l’orchestra.
Infatti
era lui che, benché in ultima fila, dava il ritmo a tutti gli strumenti e
quindi alla sinfonia.
Così
anche noi, se riusciremo a mettere passione e cuore nelle cose affidateci e che
ci appaiono le più banali ed insignificanti, potremo essere veramente coloro
che trascinano tutta la comunità nell’adempimento della propria missione anche
se ci verrà affidato il posto dell’ “ultima fila”.