Il
caseggiato dove abito da quando mi sono sposato con Fernanda, è molto vecchio.
Non
aveva, almeno fino a pochi mesi fa, ascensore e neppure l’impianto del gas.
Quindi
per poter cucinare bisognava comprare delle bombole che hanno un’autonomia di
circa un mese.
In
pratica una volta ogni due mesi occorreva portare su a piedi per tre piani
(prima abitavo al terzo piano) una coppia di bombole per un totale di circa
Fortunatamente
il fornitore, oltre a venderci le bombole, ce le metteva in opera anche
portandocele su lui prima di installarcele.
Ricordo
che forse una o al massimo due volte ho dovuto portarle su io abbastanza
facilmente ma con un po’ di fatica.
Che
le portasse su Fernanda era impossibile, si sarebbe molto probabilmente fatta
male oltre a rovinarsi la schiena.
Lasciatemi
fantasticare immaginando che le abbia portate su io ogni mese.
Ebbene
i nostri rapporti con Dio possono assomigliare a questo esempio.
Una
prima possibilità è: se vuoi mangiare, porta su le bombole, oppure in
alternativa si può dire : “povera Fernanda non deve faticare e rischiare così
tanto (può venirle un qualche accidente alla schiena) aiutiamola e facciamole
il favore di portarle su le bombole”.
Il
risultato finale è sempre lo stesso: in ogni caso le bombole arrivano sempre al
terzo piano, è lo spirito che si mette in quel lavoro, che cambia.
Analogamente,
riguardo ai nostri rapporti con Dio, si può pensare: se vuoi salvarti l’anima
devi rispettare almeno i cinque precetti, oppure in alternativa: povero Gesù mi
ha dato tutto di se stesso, anche la vita, aiutiamolo a portare la croce, per
esempio soddisfacendo i cinque precetti: sarà soddisfatto lui, sarò contento
anch’io.
In
altre parole se, per esempio, vado a messa la domenica, non devo vederlo come
il soddisfare ad un obbligo, ma per essere vicino ad un amico.
In
effetti, dalla mia fidanzata andavo non perché “dovevo” ma perché “volevo”.